Nota Bene – Massimo Folador – 24/03/2023

Folador-foto

Sono tanti i sociologi che ci aiutano a comprendere e derubricare la complessità in cui ci troviamo: la sua origine, i rischi ma anche le possibili soluzioni. Zygmunt Bauman resta tuttavia il primo ad aver messo in guardia sugli effetti di ciò che stava accadendo e, in particolare, di una modalità di comunicare e di stare in relazione che stava frammentando e indebolendo la società, in un momento in cui, al contrario, la relazione poteva essere l’argine e la soluzione ad una complessità crescente.

Da allora la situazione è precipitata velocemente verso questa deriva e oggi a noi tocca porre rimedio con forza a scelte che spesso hanno il sapore delle abitudini e non della consapevolezza. Chi vive responsabilità importanti nel mondo del lavoro è costretto ed è motivato nel contempo da una situazione esogena a cercare soluzioni che permettano ad un’impresa e alle sue persone di rimanere sul mercato o, meglio ancora, di prosperare.

Questo nuovo strumento comunicativo di Askesis, semplice ma diretto, accanto alle tante altre modalità già sperimentate negli anni – come i Master, il Simposio, i percorsi formativi in azienda, i convegni, i libri scritti dalle persone che lavorano con noi, i podcast – vuole essere un altro tassello, piccolo ma utile, verso questa direzione. L’obiettivo non è semplicemente dare forma ad un altro strumento o inondare il web di contenuti ma, al contrario, provare a centellinare la comunicazione e percorrere la strada che è tipica di chi si occupa di formazione: la trasformazione di alcuni concetti cardine, in informazioni e, soprattutto, in competenza e saggezza. Nelle tante cose in cui Bauman è stato precursore una mi ha sempre colpito per la sua lungimiranza: l’aver compreso che avremmo sperimentato una comunicazione sempre più pervasiva ma superficiale, sempre meno in grado di scendere in profondità, laddove i problemi hanno inizio e con i problemi le soluzioni. Già allora il sociologo polacco ci esortava a misurare le parole e gestire con cura gli strumenti comunicativi. A non fare cioè indigestione di contenuti, pena il rischio di non riuscire più a capire cosa è bene e cosa no. La situazione di oggi, a livello politico, economico e sociale interpella la nostra responsabilità individuale e d’impresa, quella “capacità di dare risposte” che per quota parte abbiamo perso per strada visti i risultati che mai come in questi anni sono sotto gli occhi di tutti.

Questo Diario vuole essere principalmente una narrazione: un racconto di cose buone accadute mentre svolgiamo il nostro bellissimo e delicatissimo lavoro, ma anche riflessioni condivise con i nostri clienti e collaboratori. Soluzioni che pian piano prendono la luce e trasformano in positivo le persone e le situazioni. Nel farlo cercheremo di dare voce alle tante voci che in questi anni ci hanno accompagnato e costruito la storia e la mappa di Askesis. Chi dentro Askesis ci lavora quindi ma anche scrittori, giornalisti, studiosi, imprenditori, manager, consulenti. Ciascuno con l’obiettivo di supportare la crescita e lo sviluppo di quel “bene comune” che da sempre ci sta a cuore e che è il vero obiettivo di ogni nostra attività. La vera sfida per tanti di noi, forse per tutti, ed infatti lo slogan che abbiamo scelto per Askesis tanti anni fa, il nostro pay off, recita proprio “Il bene comune è impresa”.

E questo nuovo strumento comunicativo e di relazione vuole essere un’altra tappa tesa alla stessa meta, con l’impegno di mettercela tutta nel cercare e raccontare parole “buone” che ispirino scelte altrettanto buone. Di questo oggi abbiamo bisogno, come sempre e più di sempre.